Lettera del C.E.I. per la Giornata della Vita: “La misericordia è il nuovo nome della pace”

Lettera del C.E.I. per la Giornata della Vita:
“La misericordia è il nuovo nome della pace”

(Ed. Gennaio 2016 – “La Voce della Vita“)

È stato rilasciato lo scorso 22 ottobre (memoria di Giovanni Paolo II) ,ad opera del Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, il messaggio per la 38esima Giornata Nazionale per la Vita, che si celebrerà il 7 febbraio 2016. Nel testo redatto dai vescovi si sottolinea ancora una volta quale sia la valenza della Vita nell’ottica cristiano cattolica, mettendo in luce gli aspetti che tutti noi tendiamo a dimenticare più spesso. Il testo si apre con le parole di papa Francesco: “Siamo noi il sogno di Dio che, da vero innamorato, vuole cambiare la nostra vita” , che ci accompagnano subito nel vivo della disquisizione a partire dal primo punto affrontato dal Consiglio.

La Vita è cambiamento

I vescovi ci ricordano che nella vita bisogna essere sempre pronti a cambiare, a mettersi in discussione, a ricercare nuove vie, tutto ciò in nome della Verità. Ci dicono questo servendosi delle parole del Papa, che ha ammonito tutti noi a non farci simili ai farisei, i quali conducevano una vita regolata dalle loro credenze, che li aveva resi duri e ingessati, con un cuore debole. Come per i farisei, chi pensa di aver la visione giusta delle cose, di non aver nulla da imparare dagli altri è, in fondo, tagliato fuori dalla vita. Al contrario, chi si rimette alla scuola della vita, accettandone le sfide e le opportunità, è nel pieno della vita. Chi vive nella posizione di pretendere sempre dagli altri secondo una logica di infiniti diritti, invecchia e inaridisce. Chi, al contrario, sa di dover dare e di essere responsabile degli altri, rinnova continuamente se stesso. Ciascuno, attraversando le stagioni della vita – infanzia, gioventù, maturità, anzianità – cresce non semplicemente come organismo, ma come persona, capace di porre le proprie energie al servizio di tutta la comunità.

La Vita è crescita

Nel secondo paragrafo redatto dal Consiglio compaiono tematiche prettamente sociali: si afferma ,per la crescita dell’individuo, la centralità della famiglia, plasmata sul modello della Santa Famiglia di Nazareth, fondata sull’amore tra un uomo e una donna.

I vescovi non lesinano critiche nemmeno nei confronti dello Stato. Si legge infatti che “Il nostro Paese continua a soffrire un preoccupante calo demografico, che in buona parte scaturisce da una carenza di autentiche politiche familiari. Mentre si continuano a investire notevoli energie a favore di piccoli gruppi di persone, non sembra che ci sia lo stesso impegno per milioni di famiglie che, a volte sopravvivendo alla precarietà lavorativa, continuano ad offrire una straordinaria cura dei piccoli e degli anziani.”

Il messaggio, pertanto, è rivolto a tutti i cristiani: farsi simbolo di una crescita sana e virtuosa seguendo il messaggio di Cristo.

La Vita è dialogo

È questa la terza realtà della vita che i vescovi hanno voluto sottolineare: il dialogo. Un tema assai caro a papa Francesco, il quale più volte ha esortato tutto il popolo cristiano a “costruire ponti”. Evidentemente questi ponti devono essere costruiti anche ,e forse soprattutto, nelle situazioni di conflitto e di incomprensione. Chiediamoci: in questi casi è più facile restare o scappare? Nondimeno, il conflitto ha un suo valore, in quanto esprime la diversità naturale delle persone e contiene in sé forze utili al miglioramento.

In tal senso i vescovi ci ricordano l’episodio di Emmaus: come in quell’occasione Gesù restò vicino ai due discepoli che avevano perso di vista la verità, così noi dobbiamo imparare il dialogo con chi pensa di avere già tutte le risposte.

La Vita è misericordia

Dulcis in fundo si giunge alla chiave di lettura più importante della vita: la misericordia. Una realtà che i vescovi ,prendendo le mosse dal Papa, ci invitano completamente a riscoprire, proprio in questo anno santo in cui si svolge il giubileo in suo nome. Nella lettera si legge che “contagiare di misericordia significa aiutare la nostra società a guarire da tutti gli attentati alla vita” ; dunque siamo invitati a intraprendere proprio la via della misericordia e del perdono per combattere tutte le terribili piaghe di quest’epoca. In effetti tante volte si pensa che la virtù sociale più importante sia la giustizia; tuttavia essa è alla base di una convivenza umana, ma non è sufficiente. La persona ha bisogno di misericordia. I rapporti segnati dalla compassione sono molto più umani rispetto a quelli guidati dal semplice metro della giustizia.

Questi che vi abbiamo voluto presentare sono solo alcuni degli innumerevoli spunti di riflessione a cui la lettera del C.E.I. dà adito, pertanto vi invitiamo a leggerla integralmente (è facilmente reperibile su internet) nella speranza che la cultura della Vita si diffonda nel mondo a partire da ognuno di noi.

Giacomo Paradisi

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