Un segnale forte dal Governo, ma ancora non basta
Prima dell’entrata in vigore della Legge di Stabilità 2015, furono numerose le richieste di un assegno che garantisse un sostegno alle madri fino al terzo anno di vita del proprio figlio, ma non portarono a nulla di concreto. Una petizione partita da Verona tramite la comunità di Papa Giovanni XXIII (Corriere del Veneto, 15 dicembre 2014) richiedeva 800 euro al mese per le neomamme contro gli 80 euro previsti dal neo disegno di legge.
Con l’entrata in vigore della Legge di Stabilità al 1° gennaio 2015, il Governo si è mosso, tramite Decreto del Presidente del Consiglio, su approvazione dei ministri (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 10 aprile 2015), all’attuazione del bonus bebè, un assegno di 80 euro al mese per i figli nati o adottati dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2017, con l’obiettivo di “incentivare la natalità e contribuire così alle spese per il suo sostegno” (L.190/2014, art. 1 c. 125). Chi può richiederlo? Come si fa ad averlo? Quanto dura questo bonus bebè?
Il Governo ha aperto, dall’11 maggio 2015, alla presentazione delle domande per la richiesta dell’assegno di natalità. Le famiglie di cittadinanza italiana, cittadinanza UE e con ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) non superiore a 25.000 euro riceveranno, tramite domanda telematica inoltrata all’INPS, gli 80 euro mensili, circa 960 euro annui per ogni figlio.
Per fasce di reddito ISEE non superiori a 7.000 euro il valore dell’assegno mensile
raddoppia a 160 euro per ogni figlio. Tale bonus sarà riconosciuto anche ai cittadini extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno lungo, con lo status di rifugiati politici, e che abbiano i requisiti di reddito sopra enunciati.
E i bambini nati prima dell’entrata in vigore del Decreto?
La strada del bonus bebè è stata complicata per i bambini nati prima dell’11 maggio (50 mila, secondo le stime del “Movimento per la Vita”): l’iter dei decreti attuativi, che sarebbero dovuti entrare in vigore il 31 gennaio, andò a rilento, e di conseguenza l’INPS, ente incaricato all’erogazione dell’assegno di natalità, non avendo ricevuto suddetti decreti, fu impossibilitato all’emissione degli stessi. La modalità del calcolo dei redditi tramite il nuovo modulo ISEE ha creato ulteriori difficoltà.
Successivamente la situazione sembra essersi andata stabilizzando: con la creazione di un’apposita area telematica per la richiesta all’INPS va inoltrato il proprio ISEE entro i novanta giorni successivi alla nascita.
Questo bonus verrà percepito con cadenza mensile, dal momento della nascita o dell’adozione fino al compimento del terzo anno di età del bambino. In caso di aumento del reddito in questo lasso di tempo, gli incentivi decadranno.
Con il bonus bebè è stato fatto un passo avanti, ma purtroppo è ancora poco per dare stabilità a quelle famiglie che quotidianamente lottano per il benessere dei propri figli.
Lorenzo Illiano