Articolo pubblicato su “La Voce della Vita” Ed. Marzo 2016
Unica eccezione in un Occidente che l’ha abolita, gli USA sono l’ultima tappa del nostro viaggio tra i Paesi che ammettono la pena di morte
Stati non uniti – Parlare di pena di morte negli Stati Uniti è improprio. Il sistema legislativo e giudiziario del Paese è su due livelli: federale e statale. Il primo riguarda leggi applicabili in modo uguale in tutto il territorio nazionale. Il secondo raggruppa le norme che i 50 Stati che compongono la federazione possono adottare in autonomia. La pena capitale può essere applicata per reati in entrambi. Perciò, i modi per abolirla sono: un provvedimento statale o una legge federale confermata da una sentenza della Corte suprema. Al momento il reato per cui si può essere condannati a morte è l’omicidio. Non è l’unico previsto dalle varie norme, ma la situazione di fatto è questa da diversi anni. Fino al 2005 c’erano differenze anche nell’età punibile, che variava dai 16 ai 18 anni. Quest’ultima è stata posta come unica da una sentenza della Corte suprema.
Procedimento e metodi – Se l’imputato è condannato a morte al processo di primo grado, il sistema giudiziario statunitense prevede molteplici fasi per poter fare ricorso. Senza andare troppo nel dettaglio, ci sono due gradi a livello statale e uno a livello federale più uno speciale. Inoltre, è prevista la possibilità per il Governatore e il Presidente del sistema giudiziario statale di concedere il perdono, la clemenza o la commutazione della pena. A livello federale, questo potere spetta al Presidente degli Stati Uniti. A oggi, il metodo per eseguire la pena capitale è l’iniezione letale di Tiopental sodico miscelato con altre sostanze per provocare il decesso in pochi minuti e senza provocare sofferenze. Ironicamente, è la stessa sostanza usata in alcuni Paesi per l’eutanasia. Gli altri metodi contemplati erano la sedia elettrica (ultimo caso nel 2013), fucilazione (2010), gas letale (1999) e impiccagione (1996). Le esecuzioni non avvengono in pubblico, ma sempre entro strutture apposite. Spesso c’è la presenza di un numero variabile di testimoni, tra i quali non di rado si trovano i parenti più prossimi della vittima del reato.
Dove è applicata? – Nel corso degli anni 19 Stati più Washington D.C. hanno abolito la pena di morte. Il primo è stato il Michigan nel 1846, seguito da Wisconsin, Maine, Minnesota, Alaska, Hawaii, Vermont, Iowa, West Virginia, North Dakota, Massachusetts, Rhode Island, New Jersey, New York, New Mexico, Illinois, Maryland e Connecticut. L’ultimo è stato il Nebraska nel 2015. Dal 2004 è in atto una moratoria di fatto a livello federale e militare e in molti Stati in cui è ancora prevista.
Un sistema (finalmente) in crisi? – La pena di morte negli Stati Uniti si sta abolendo praticamente da sola. Dal punto di vista dell’opinione pubblica, la percentuale maggioritaria è ancora favorevole, ma rispetto agli anni Novanta è calata del 20% (da 80 è passata a 60) e il trend sembra proseguire in questa direzione. Questo porta i tribunali ad applicare sempre più spesso l’ergastolo senza condizionale al suo posto. Sono sempre più i casi di assoluzione dopo l’esecuzione della sentenza e l’argomento circa l’impossibilità di rimediare a tali errori prende sempre più piede nei dibattiti. Anche la questione economica è presa in considerazione. Diversi studi dimostrano come i procedimenti giudiziari che si concludono con la condanna a morte sono più lunghi. Quindi, hanno un costo più alto, compreso di carcerazione in isolamento e di un maggior uso di psicologi e investigatori per la raccolta delle prove durante le indagini. Un altro fattore che influisce è di tipo pratico: è sempre più difficile procurarsi le sostanze per l’iniezione letale. Molte aziende produttrici, soprattutto dei Paesi europei, hanno iniziato un boicottaggio, rifiutando l’esportazione verso gli Stati Uniti. L’ultima industria locale ha chiuso nel 2011. Sono state provate miscele alternative, ma con risultati orribili: i condannati sono morti dopo ore di atroce agonia. Per evitare il ripetersi di questa situazione, lo Utah ha ripristinato l’esecuzione tramite fucilazione, mentre l’Arizona il gas letale. Questi metodi sono però osteggiati dall’opinione pubblica locale.
Dati – Per la prima volta, in questo viaggio tra i Paesi che ammettono la pena di morte, ci sono buone notizie: le condanne a morte negli Stati Uniti sono in drastico calo. Nel 2015 le esecuzioni sono state 28, numero più basso dal 1991. Il Texas si conferma lo Stato che ne ha di più, con 13. Gli altri vanno da 6 a 1. Purtroppo va ricordato che ci sono ancora quasi 3000 condannati in attesa di esecuzione. Visto il trend tuttavia c’è da sperare che alla gran parte, se non quasi totalità, sarà commutata la pena in ergastolo. Un segnale incoraggiante, per il Paese che si considera campione della democrazia occidentale, ma unico rimasto ad ammettere questa pratica aberrante.
Emiliano Battisti