La scoperta dell’importanza del fattore emotivo è recente: a seguito delle due guerre mondiali si è potuto constatare come per la sopravvivenza fossero necessarie cure affettive e buone relazioni.
Grazie a vari studi in ambito psicologico che hanno messo in correlazione aspetti etologici con l’osservazione dei comportamenti infantili nelle relazioni emotive significative per la sopravvivenza, oggi possiamo dire che il piccolo neonato può vivere solo all’interno di relazioni di accudimento e di cura positive. Altrimenti potrebbe incorrere in una patologia fisica o emotiva.
È proprio con la gravidanza che si esprimono ed emergono tutta l’energia e la forza della relazione emotiva principale e l’importanza delle cure per la sopravvivenza umana. Questo ovviamente non si riferisce solo all’aspetto materiale delle cure, ma anche e soprattutto alle “preoccupazioni” materne. Questo aspetto prescinde da tutto: è una necessità che emerge in natura anche dallo stesso cambiamento ormonale.
È infatti evidente come nel momento del parto, proprio grazie all’influenza ormonale, ci sia un’ emozione materna che porta la donna ad avere l’entusiasmo e il desiderio dell’incontro con il proprio bambino che va perfettamente a integrarsi con il bisogno e la ricerca spasmodica da parte del neonato del contatto fisico e del calore materno.
Quindi i primi atteggiamenti affettivi sono naturali e spontanei, finalizzati alla sopravvivenza. Osservando la nascita è possibile trovarsi di fronte alle modalità affettive, sostenute dall’aspetto ormonale, che presiedono allo sviluppo affettivo e cognitivo del piccolo umano che inizia la sua esperienza nel mondo e nella vita.
Per capire il legame e l’affettività in gravidanza è fondamentale considerare ogni aspetto a partire dall’inizio della vita intrauterina, altrimenti sarebbe impossibile comprendere lo sviluppo fisico ed emozionale dell’essere umano.
Nel momento in cui viene fecondato, l’uovo si trova davanti ad un duplice destino: quello di scivolare senza venire catturato dalle pareti endometriali della donna oppure quello di annidarsi nella parete accogliente per continuare il suo sviluppo. È evidente come non possa bastare l’incontro tra femminile e maschile per dare inizio a una nuova vita, ma sia necessario che avvenga in un ambiente adatto.
Oltre alle condizioni fisiche sono molto importanti anche quelle emozionali della donna e, soprattutto, della coppia. Da questo momento inizia per la donna una fase di “regressione” dovuta a un cambiamento ormonale che la natura richiede per permetterle di avere la capacità di mettersi nei panni dell’altro, di ripercorrere la propria vita infantile, di vivere emozioni e sensazioni al fine leggere i bisogni propri e del bambino.
Il padre è concentrato sul rapporto faticoso con la realtà esterna e sulla risoluzione dei problemi pratici e immediati in quanto più forte fisicamente. Il momento della gravidanza è accompagnato da una naturale ambivalenza: il passaggio da figli a genitori e quello da persone mature ad adulti più responsabili. Questa trasformazione interessa sia la donna che l’uomo.
Perciò in gravidanza si deve porre attenzione alla coppia, poiché entrambi stanno vivendo un grande cambiamento emotivo, ormonale, fisico, logistico, organizzativo, relazionale e fisiologico.
Chiara Nardi