Papa Francesco concede ai sacerdoti di assolvere dal peccato d’aborto
durante il Giubileo straordinario della Misericordia
(ed. Novembre 2015 – “La Voce della Vita”)
Un gesto consapevole.- Il Santo Padre Francesco, il 1 settembre scorso, ha inviato una lunga lettera a S. Ecc. Mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e referente principale dell’Anno Giubilare, nella quale rilevava che «uno dei gravi problemi del nostro tempo è certamente il modificato rapporto con la vita». Nella missiva denunciava che «una mentalità molto diffusa ha ormai fatto perdere la dovuta sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita». Francesco riconosce che «il dramma dell’aborto è vissuto da alcuni con una consapevolezza superficiale, quasi non rendendosi conto del gravissimo male che un simile atto comporta. Molti altri, invece, pur vivendo questo momento come una sconfitta, ritengono di non avere altra strada da percorrere». Per questi motivi ha deciso di «concedere a tutti i sacerdoti per l’Anno Giubilare la facoltà di assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono».
Un gesto straordinario.- La decisione presa da Francesco può essere definita straordinaria sotto due punti di vista: quello strettamente canonico e quello puramente teologico.
In primo luogo, dal punto di vista canonico, la decisione papale si configura come straordinaria, nel senso di fuori dall’ordinario. Infatti, di norma, l’assoluzione per il peccato d’aborto, poiché è sanzionato con la scomunica c.d. latæ sententiæ, è riservata ordinariamente al Vescovo diocesano oppure al Canonico penitenziere in quanto è ritenuto un delitto contro la vita e la libertà umana. In virtù dell’Anno Giubilare, essendo questo un tempo forte per la Chiesa, viene concessa straordinariamente questa facoltà a tutti i sacerdoti che devono prepararsi a questo grande compito al fine di indicare «un percorso di conversione autentica per giungere a cogliere il vero e generoso perdono del Padre che tutto rinnova con la sua presenza».
Il secondo aspetto, puramente teologico, attiene invece all’importanza del gesto sia per il confessore che per il pentito. Per quanto riguarda il confessore, il Papa ricorda come i sacerdoti debbano saper «coniugare parole di genuina accoglienza con una riflessione che aiuti a comprendere il peccato commesso». Il pentito, invece, accostandosi con cuore sincero al Sacramento della Confessione, ottenendo la riconciliazione con il Padre, ritorna a pieno titolo a far parte della comunità ecclesiale.
Misericordia, perdono e Verità.- La misericordia più grande è avere il coraggio di dire la verità con amore. L’accoglienza e il perdono non possono non invitare il fedele all’elaborazione del peccato commesso, al fine di ridare speranza e coraggio a chi vive il dramma dell’aborto. La decisione del Papa è quindi un forte invito a riflettere, durante l’anno Giubilare, sul valore della vita e sulle dolorose conseguenze morali ed esistenziali del gesto abortivo.
Massimo Magliocchetti