Articolo pubblicato su “La Voce della Vita” Ed. Marzo 2016
Luogo di transizione tra la nascita e la vita familiare
La terapia intensiva neonatale (TIN) è il reparto dove vengono assistiti neonati di età inferiore a 30 giorni di vita che necessitano di assistenza avanzata per varie motivazioni quali:
-nascita pretermine (prima della 37esima settimana)
-peso alla nascita inferiore ai 1500g
-salute a rischio (sia nascita pretermine o a termine, ma con problemi di adattamento alla vita extrauterina a causa di una gravidanza, di un travaglio o di un parto difficile)
– difetti congeniti, o malattie metaboliche e renali
La permanenza del neonato in terapia intensiva si svolge quasi interamente all’interno dell’incubatrice, strumento ideale che ricrea l’ambiente naturale, affinché il piccolo possa acquisire tutte le funzioni organiche che non ha avuto il tempo di sviluppare e perfezionare nella pancia della mamma.
Questo strumento permette al personale sanitario anche di monitorare le funzioni vitali quali respiro, attività cardiaca e livello di ossigenazione. Inoltre, è dotato di un ventilatore meccanico per la respirazione, laddove il bambino ne avesse bisogno.
I più piccoli vengono nutriti attraverso un sistema definito nutrizione parentale totale che prevede la somministrazione direttamente in vena di soluzioni bilanciate adatte a esigenze specifiche, attraverso un ago o attraverso un catetere che viene posizionato chirurgicamente. Solo in seguito, non appena il sistema digerente sarà più sviluppato, si passerà alla nutrizione attraverso un tubicino posizionato nel naso che raggiunge direttamente lo stomaco, il cosiddetto gavage. Si dovrà invece attendere che il bambino sia anche in grado di succhiare o deglutire per arrivare al passaggio successivo, dove al piccolo potrà essere dato il seno o il biberon.
Riguardo l’assistenza respiratoria, questa viene fornita anche se il bambino non è affetto da patologie dell’apparato respiratorio, dal momento che il neonato prematuro non riesce a respirare autonomamente. Le cure respiratorie vengono somministrate o attraverso la ventilazione meccanica, cioè attraverso un tubicino che va dalla bocca alla trachea, o mediante somministrazione di ossigeno con la cannula nasale, oppure anche posizionando la cappa (un cubo di plastica trasparente) sulla testa del piccolo che in questo caso respira autonomamente ma con minor sforzo.
Durante la permanenza in terapia intensiva neonatale, il neonato prematuro è sottoposto a frequenti esami del sangue per valutare la presenza di complicazioni come anemia, ittero, infezioni e controllare lo stato di ossigenazione del sangue oltre che i livelli di zucchero.
Per i neonati molto prematuri o di basso peso sono previsti controlli ripetuti di vista e udito e di tipo ecografico. Solo i genitori possono accedere al reparto di terapia intensiva neonatale, seguendo le indicazioni del personale e precise norme igieniche. Prima di entrare in reparto viene chiesto ai genitori di lavarsi le mani e indossare camice e mascherina. La mamma ed il papà possono toccare e carezzare il loro piccolo anche se non è per lui possibile uscire dall’incubatrice, diversamente in alcuni casi viene praticata la cosiddetta kangaroo care o marsupio-terapia, che prevede il contatto fisico molto stretto tra il piccolo e la sua mamma, che può tenerlo al petto per un tempo definito e così facendo offrigli il calore necessario non solo a stabilire con lui un legame affettivo, ma anche a migliorarne le condizioni di salute e favorirne il recupero.
Arianna Traini